Nel Documento di Economia e Finanza 2020-Programma Nazionale di Riforma presentato il 3 luglio scorso dal Governo viene riproposto Il ‘Piano Sud 2030 – Sviluppo e coesione per l’Italia’, già presentato dal Governo il14 febbraio 2020, pur elaborato in un altro contesto, che presenta tuttavia caratteristiche tali da renderlo uno strumento valido per guidare il necessario sforzo che dovrà essere prodotto già a partire dalle prossime settimane, nelle Regioni meridionali e nelle aree marginalizzate, per far ripartire il Paese.

Le cinque missioni in cui si articola il Piano, già anticipate nella Nota di Aggiornamento al DEF 2019, risultano così articolate:

Un Sud rivolto ai giovani: investire su tutta la filiera dell’istruzione, a partire dalla lotta alla povertà educativa minorile, per rafforzare il capitale umano, ridurre le disuguaglianze e riattivare la mobilità sociale. Le azioni previste concorrono tra le altre cose al potenziamento delle infrastrutture scolastiche del Sud, anche in termini di offerta di laboratori e attività extra didattiche, e all’incremento dell’accesso all’Università.

Un Sud connesso e inclusivo: infittire e ammodernare le infrastrutture, materiali e sociali, come fattore di connessione e di inclusione sociale, per spezzare l’isolamento di alcune aree del Mezzogiorno e l’isolamento dei cittadini in condizioni di bisogno. Le azioni previste concorrono, da un lato, all’infittimento delle infrastrutture di trasporto (dalle ferrovie alla viabilità secondaria), delle infrastrutture digitali e al miglioramento dell’offerta dei servizi; dall’altro, all’incremento della dotazione di infrastrutture sociali e servizi per la promozione e la garanzia dei diritti di cittadinanza, a cominciare dalla salute.

Un Sud per la svolta ecologica: rafforzare gli impegni del Green Deal al Sud e nelle aree interne, per realizzare alcuni obiettivi specifici dell’Agenda ONU 2030 e mitigare i rischi connessi ai cambiamenti climatici. Le azioni previste vanno dal rafforzamento delle filiere e dei distretti agroalimentari, per innescare processi di innovazione coerenti con il Green Deal, al sostegno all’efficientamento energetico dell’edilizia pubblica e privata, dall’infrastrutturazione verde per la mitigazione del rischio sismico e idrogeologico, al sostegno alla mobilità sostenibile alla transizione verso un’economia circolare e produzioni a bassa emissione di carbonio.

Un Sud frontiera dell’innovazione: supportare il trasferimento tecnologico e il rafforzamento delle reti tra ricerca e impresa, nell’ambito di una nuova strategia di politica industriale. Un incentivo rafforzato per gli investimenti in ricerca e sviluppo effettuati nelle otto Regioni del Mezzogiorno si affiancherà alla nuova politica industriale (‘Piano ‘Transizione 4.0’). Sono previste misure di sostegno alla diffusione di ecosistemi dell’innovazione, attraverso la promozione dell’insediamento di startup e l’attrazione di nuove realtà aziendali innovative oltre che incentivi alla collaborazione tra imprese e sistema della ricerca per favorire il trasferimento tecnologico, in partenariato pubblico-privato.

Un Sud aperto al mondo nel Mediterraneo: rafforzare la vocazione internazionale dell’economia e della società meridionale e adottare l’opzione strategica mediterranea, anche mediante il rafforzamento delle Zone Economiche Speciali (ZES) e i programmi di aiuto all’export e alla cooperazione allo sviluppo.

I Fondi strutturali e di investimento europei (SIE) rappresentano la leva stabile e irrinunciabile delle politiche di coesione. Anche nell’attuale contesto di emergenza sanitaria innescata dalla pandemia Covid-19, i Fondi SIE sono chiamati a dare un importante contributo, per fronteggiare le gravi ripercussioni che tale emergenza sta producendo sui sistemi economico e sociali delle Regioni europee e per contribuire al rilevante fabbisogno di spesa nel settore sanitario

Ulteriori proposte dell’ANGI – Associazione Nazionale Giovani Innovatori (presieduta dal Presidente Gabriele Ferrieri) verso le istituzioni e al Ministero per il Sud e la Coesione territoriale presieduto dal ministro Giuseppe Provenzano:

  • Sapiente gestione dei Fondi europei e del Recovery fund
  • Ruolo centrale del sud nel piano UE per l’energia pulita
  • Lotta alle organizzazioni mafiose che monopolizzano il sistema economico del sud, incidendo negativamente sul PIL nazionale
  • Investimenti nel sistema di istruzione e di formazione dei giovani per evitare “la fuga dei cervelli” dal sud
  • Riforma del sistema della giustizia e delle Amministrazioni pubbliche per evitare lungaggini burocratiche.

Fonte: MISE

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