AUTORE: Redazione    –     DATA: 29 novembre 2021

Legge di Bilancio, 800 milioni in più contro il caro bollette. Tensioni sul contributo di solidarietà

Lo stanziamento contro il caro bollette in manovra salirà in tutto di circa 800 milioni: è quanto si apprende fonti di governo. Le risorse arriveranno per circa 500 milioni dal «tesoretto» della riforma di Irpef e Irap per il 2022 e per circa 300 milioni da altri fondi reperiti in bilancio e non utilizzati appieno. In tutto quindi per il primo trimestre del prossimo anno ci sarà un intervento da 2,8 miliardi.

«La famiglia è un bene collettivo essenziale, può e deve essere tutelato dallo Stato. Fin dagli anni 80 però la spesa pubblica per le famiglie è stata stabilmente più bassa rispetto agli altri paesi Ue come Francia Germania, Regno unito». Lo ha detto il premier Mario Draghi nel su intervento alla conferenza nazionale sulla famiglia, sottolineando che «bisogna usare le politiche pubbliche per rimuovere gli ostacoli alla scelta di formare una famiglia e mettere le coppie in condizione di avere figli se lo desiderano».

Di più: «L’aiuto alle famiglie passa anche attraverso il sostegno alle donne che lavorano. Con la legge di bilancio, abbiamo reso finalmente strutturale il congedo di paternità obbligatorio. È un passo importante nella direzione di una condivisione più equilibrata dei carichi di cura». Draghi ha quindi ricordato che «con il Pnrr aggiungiamo 264 mila nuovi posti nei nidi e nelle scuole dell’infanzia, un aumento di oltre il 70%, ristrutturiamo o adattiamo almeno mille edifici per ampliare l’offerta del tempo pieno con il servizio mensa. Realizziamo o riqualifichiamo 230 mila metri quadri per palestre. Abbiamo anche introdotto una specifica decontribuzione per sostenere i redditi delle lavoratrici che diventano madri. Perché vogliamo incentivare le donne a non abbandonare il lavoro dopo la maternità».

Un approccio confermato con l’introduzione dell’assegno unico «uno strumento semplice, universale per tutte le famiglie a prescindere dalla condizione lavorativa, uno strumento equo perché sostiene più intensamente chi ha un reddito basso».

Intanto in mattinata, il premier ha incontrato in cabina di regia i vertici di maggioranza per preparare il consiglio dei ministri che varerà il taglio delle tasse finanziato dagli 8 miliardi stanziati nella legge di Bilancio.

La riforma fiscale insiste sul ceto medio con vantaggi progressivi per i redditi fino a 50mila euro che si azzerano gradualmente a quota 75mila euro. Così come Renzi aveva tagliato le imposte per i redditi fino a 25mila con i celebri 80 euro, Draghi replica lo schema – intervendo, però, sulla rimodulazione delle aliquote – cercando di dare ossigeno alla classe media.

L’aliquota più bassa resta, dunque, al 23% fino a 15mila euro, mentre la seconda – quella che riguarda lo scaglione tra i 15 e i 28mila euro – scende dal 27 al 25%. Tagli anche alla terza aliquota che passa dal 38 al 35%, ma solo per i redditi fino a 50mila euro. Oltre il tetto dei 50mila euro l’imposta sale direttamente al 43%: scompare quindi l’aliquota del 41% che inglobava i redditi tra i 55 e i 75mila euro.

I benefici maggiori, di conseguenza, si concentrano nella fascia tra 40 e 50mila euro. Gli effetti positivi, però, si vedranno anche per le fasce di reddito più basse.

Fonte: la Stampa

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