AUTORE: fonti online – DATA: 25 ottobre 2020
Secondo un’indagine Censis in collaborazione con Lenovo, la pandemia ha accelerato l’utilizzo di strumenti e piattaforme. Ma il digital divide si allarga, sia in termini di infrastrutture di Rete, sia per le competenze che mancano a 24 milioni di cittadini
Cinque anni di innovazione in uno, il 2020. Quello del Lockdown, della didattica a distanza, dello smart working e in generale della socialità a distanza. Un’accelerazione del digitale che ha portato il 91,5% degli italiani a connettersi abitualmente alla Rete e il 74,4% a farlo utilizzando due o più device: smartphone, pc, tablet, smart tv e console di gioco sono diventati strumenti quotidiani. Per un terzo dei giovani (18-34 anni) è abitudine usarne almeno quattro (22,9% è la media italiana). Ma se la strada del digitale corre veloce sono molti che faticano ancora a guidare: il rapporto «Digital Life degli italiani» realizzato dal Censis in collaborazione con Lenovo racconta di 13,2 milioni con problemi di connessione (4,3 sono del tutto offline) e di 24 milioni che hanno difficoltà d’utilizzo. Dell’8,5% del Paese che non si collega fanno parte la popolazione più anziana e quei cittadini che abitano nelle «zone bianche», dove non arriva alcun tipo di segnale. Come da indagine Censis.
I numeri raccontati dall’indagine Censis parlano del 70,4% del Paese che si dice convinto che il digitale abbia migliorato la propria vita, e del 69,4% di chi si connette che è confidente nel fare operazioni «delicate» quali pagamenti e utilizzo dell’identità digitale. Poi però emerge con prepotenza chi ancora non si sente a proprio agio: più di un terzo della popolazione non è sufficientemente alfabetizzata. Secondo il rapporto, sono 9 milioni gli italiani che lamentano problemi nell’usare strumenti di messaggistica come WhatsApp, 8 milioni che tentennano su Facebook e Instagram, 7 milioni che ancora non hanno dimestichezza con la navigazione sul Web. Una sorte di immaturità che si nota nelle abitudini d’utilizzo. Perché se è vero che nelle famiglie italiane esiste una sorta di «intimità digitale» – il 42,7% delle coppie condivide account e password – sono 19 milioni che lamentano fastidi per l’utilizzo inopportuno di strumenti e piattaforme da parte del proprio partner: l’intruso principale è ovviamente lo smartphone (14 milioni)
Fonte: Corriere