Maker Faire Rome – The European Edition è tornata in presenza a Roma e ha radunato makers, imprese e studenti per una nuova importante edizione. Importante occasione per rilanciare l’importanza di investire maggiormente sul tema innovazione e transizione digitale per l’Italia e per Roma Capitale. Tanti i temi in luce nel corso della fiera: dall’agritech al foodtech, dal digital manufacturing alla robotica, dall’intelligenza artificiale alla mobilità, dall’economia circolare alla salute, dall’IoT al recycling fino alla data science e al design thinking, oltre alle sezioni dedicate di Maker Art e Maker Music che hanno esplorato l’intersezione tra arti, musica, scienza e tecnologia.

A fare il punto l’Angi – Associazione Nazionale Giovani Innovatori che, come punto di riferimento dell’innovazione in Italia, intervenendo alla manifestazione, ha evidenziato la necessità di dare maggiore priorità all’innovazione e alla transizione digitale per attrarre maggiori investimenti da parte delle imprese e costruire un percorso virtuoso per l’Italia e per Roma Capitale. Di fondamentale importanza un maggiore dialogo pubblico privato e una cooperazione proattiva tra classe dirigente e società civile, per agire velocemente e con lungimiranza sia nell’attuazione del PNRR sia per il rilancio economico e sociale dell’UE.

Tra le altre istituzioni intervenute, importante i ruoli della Regione Lazio e di Lazio Innova che hanno messo in luce i dati macroeconomici del territorio italiano. Infatti, secondo i dati elaborate dall’Ocse, nel secondo trimestre 2021, l’ltalia è stata tra i Paesi leader in Europa per accelerazione e innovazione tra le società, con un Pil in rialzo del 2,7% rispetto al primo trimestre e seconda solo al Regno Unito. Intelligenza artificiale, mobilità verde, agritech, fintech e nuovi materiali di riciclo sono alcuni dei settori su cui si concentra la ricerca e lo sviluppo dei prodotti e dei servizi messi a punto dal mondo startup.

Se si guardano invece i dati macro a livello europeo, l’Ocse migliora le sue stime di crescita dell’Eurozona per quest’anno e per il prossimo, dopo il -6,8% del 2020. Il Pil dell’area euro crescerà del 5,3% nel 2021 e del 4,6% nel 2022, rispettivamente l’1% e lo 0,2% in più rispetto a quanto previsto dall’Economic Outlook del maggio scorso. Sulla crescita globale permangono una notevole incertezza e rischi al ribasso, tra cui la crescita dell’inflazione.

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