AUTORE: Benedetta Molinari    –     DATA: 10 luglio 2021

Green pass digitale – La certificazione verde Covid-19-EU digital COVID certificate nasce su proposta della Commissione Europea con lo scopo di agevolare la libera circolazione, in sicurezza, dei cittadini dell’Unione Europea durante la pandemia di Covid-19. Si tratta di un vero e proprio documento digitale e stampabile in via cartacea, che contiene un codice a barre bidimensionale (QR code) ed un sigillo elettronico qualificato.

L’ottenimento di questo documento rappresenta una certificazione per l’avvenuta vaccinazione contro il Covid-19, la guarigione dall’infezione stessa o l’esito negativo di un test molecolare o antigenico per la ricerca del Covid-19 eseguito nelle 48 ore precedenti. Inoltre esso può essere concepito come un vero e proprio “passaporto sanitario” legato al SARS-CoV-2 che consente a tutti i cittadini di viaggiare senza alcun impedimento, e all’interno dei confini Nazionali e in altri Paesi. Il dettaglio che sembra destare maggiore interesse è che non si tratti di una novità assoluta, dettata dalle esigenze della pandemia; nel mondo ci sono diversi Stati che sfruttano da tempo questo efficiente sistema.

Il Green Pass digitale, come strumento di utilità pubblica, rappresenta un essenziale aiuto nel contenimento delle pandemie, consentendo una maggior controllo ed una precisa tracciabilità dei cittadini. Il certificato UE contiene solo una serie minima di informazioni necessarie per comprovare e verificare lo stato di vaccinazione, test o guarigione del titolare. Nel documento, incluso nel fascicolo sanitario dell’interessato, oltre ai dati anagrafici, come specificato nelle righe precedenti confluirà anche il numero di dosi somministrate, con il conseguente rapporto con le dosi previste.

Il destinatario del passaporto verde è rappresentato da chiunque abbia concluso il ciclo vaccinale, chi è guarito dal Covid-19 (con un intervallo di sei mesi) e chi è risultato negativo ad un tampone rapido o molecolare eseguito nelle 48 ore precedenti. Il certificato UE può essere rilasciato e utilizzato in tutti gli Stati membri dell’UE per agevolare la libera circolazione durante la pandemia di COVID-19. Sono ammessi a riceverlo gratuitamente tutti i cittadini dell’UE e i loro familiari, così come i cittadini di paesi extra-UE che soggiornano o risiedono legalmente negli Stati membri e che hanno il diritto di viaggiare in altri Stati membri. Il certificato sarà introdotto negli Stati membri dell’UE.

Green pass digitale – Essi possono già iniziare ad usarlo e a rilasciarlo e sarà disponibile nell’intera UE a partire dal 1° luglio. Se uno Stato membro non è pronto a rilasciare i certificati entro i termini stabiliti, il regolamento prevede un periodo di introduzione graduale di sei settimane, durante il quale altri formati potranno ancora essere utilizzati e dovrebbero essere accettati in altri Stati membri. Dopo aver ricevuto un vaccino in un paese dell’UE, il cittadino riceverà automaticamente, o su richiesta, il certificato COVID digitale UE. Esso sarà rilasciato dalle autorità degli Stati membri dell’UE, sono inclusi anche gli organismi che somministrano il vaccino stesso. Potrebbe trattarsi di un ospedale o di un’altra autorità sanitaria o di un portale di sanità elettronica. Lo stesso principio si applicherà ai certificati di test e di guarigione. Le modalità dettagliate per il rilascio dei certificati sono stabilite dai rispettivi Stati membri. Per ciò che concerne le caratteristiche il certificato COVID digitale UE sarà disponibile in formato digitale, ad esempio in un’applicazione per smartphone, o su carta, a discrezione del titolare. Conterrà un codice QR con i dati necessari così come una firma digitale.

Il codice QR del green pass digitale sarà utilizzato per verificare in modo sicuro l’autenticità, l’integrità e la validità del certificato. Le informazioni sul certificato saranno redatte nella lingua o nelle lingue dello Stato membro di rilascio e in inglese. È stato elaborato insieme agli Stati membri un modello comune per facilitare il riconoscimento dei certificati COVID UE rilasciati in formato cartaceo. Nello specifico per garantire l’attendibilità del risultato del test, soltanto i cosiddetti test NAAT (compresi i test RT-PCR) e i test antigenici rapidi figuranti nell’elenco comune stabilito sulla base della raccomandazione 2021/C 24/01 del Consiglio sono ammessi per un certificato di test rilasciato sulla base del regolamento sul certificato COVID digitale UE. Spetta tuttavia ad ogni Stato membro decidere se accettare i test antigenici rapidi o solo i test NAAT (quali i test RT-PCR).

Dall’elenco sono tassativamente esclusi i test autodiagnostici, in quanto non sono effettuati in condizioni controllate e, per il momento, sono considerati meno affidabili. I certificati dovrebbero essere rilasciati dalle autorità sanitarie, che tuttavia non possono controllare i test effettuati, ad esempio, a casa, e quindi non possono rilasciare certificati affidabili per tali test.

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