Lezione di Digitale – D’accordo con la ministra che si debba creare un percorso di studi continuativo sull’innovazione, da avviare nella scuola primaria per trovare la sua conclusione nel PCTO (ex-alternanza scuola lavoro). Parola d’ordine competenze trasversali. Ma anche impegno a valorizzare i talenti, ora pagati troppo poco.

Con la pandemia del Covid 19 l’Italia ha perso le vite di oltre 35 mila persone e attraversa una fase nella quale sono in molti a soffrire le conseguenze del virus, dirette e indirette. Abbiamo il dovere di far sì che questa pagina dolorosa della nostra storia sia seguita da altre di diverso segno. Per riuscirci è indispensabile rendere diffusa una consapevolezza: occorre un esteso sforzo comune affinché la prova alla quale è sottoposta la nostra società sia anche la premessa di cambiamenti che pongano rimedio a nostre debolezze.

L’indice Desi 2020, che stima la digitalizzazione di economie e società negli Stati dell’Unione Europea, evidenzia che a possedere competenze digitali superiori a quelle di base è soltanto il 22% degli italiani tra i 16 e i 74 anni di età. Tra i laureati è un esile 1% il totale di coloro che hanno conseguito una laurea in discipline delle Tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Tic). Secondo l’Osservatorio competenze digitali, l’anno scorso ci sarebbero serviti 15 mila laureati nelle Tic in più.

Con il Recovery Fund l’Ue si sottopone per l’Italia a uno sforzo enorme: grazie al negoziato condotto dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte riceveremo 209 miliardi di euro, ossia il 28% delle risorse impiegate dall’Unione per attutire, nei 27 Stati membri, i danni causati alle economie dal coronavirus. Nell’ottenere prestiti, seppure a tassi vantaggiosi, noi aumentiamo il nostro già pesante debito pubblico. Dunque dobbiamo agire fin da adesso per alleggerire un peso che finirà sulle spalle dei nostri figli e nipoti.

Ciò ci richiama a investire sulle giovani generazioni per Lezione di Digitale, a liberare i canali ostruiti attraverso i quali i loro talenti faticano a essere messi a frutto nel nostro Paese quanto meriterebbero. La delega che mi è stata assegnata richiede tra l’altro di compiere «tutte le attività necessarie ad assicurare, in raccordo con le amministrazioni interessate, lo sviluppo e la diffusione delle competenze necessarie per un adeguato uso delle tecnologie digitali nei mondi della scuola, dell’università». Ho quindi proposto alla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina di inserire nei programmi didattici Lezione di Digitale di tutte le scuole una nuova materia. È in corso su questo una riflessione comune della quale la ringrazio. Lascerei al confronto tra autorità ed esperti scegliere se l’insegnamento andrà chiamato scienza dell’innovazione tecnologica o con il nome o i nomi più adatti a seconda dei cicli scolastici. A contare è che questa disciplina permetta ai nostri ragazzi di disporre, in maniera sistematica, di competenze digitali utili sia per il lavoro sia nella vita quotidiana. Per bambini e adolescenti lo studio dovrebbe riguardare, oltre alle opportunità, le insidie della Rete e il rispetto della dignità altrui sul web.

Lettera della ministra Paola Pisano

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