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    DATA: 14 ottobre 2020

La nuova agricoltura predilige la sostenibilità e l’economia circolare. E grazie all’innovazione riesce a superare le difficoltà rappresentate da mancanza di collegamenti o infrastrutture. È la strada intrapresa dai giovani imprenditori agricoli della Sardegna che rappresentano il 13% delle 48 mila aziende agricole operanti nell’isola.

I dati emergono da uno studio effettuato da Coldiretti Sardegna in cui si rimarca il fatto che «a differenza della media nazionale ed europea che fissa all’8% il numero di imprese composte da under 40 in Sardegna la media sale (al 13% appunto) così come arriva al 20% il dato delle aziende under 40 condotto da imprenditrici donne.

Il nuovo orizzonte dell’agricoltura guarda alla svolta green, come chiarisce Luca Saba, direttore di Coldiretti: «Secondo noi il new deal della Sardegna potrebbe essere questo – spiega – ossia orientarsi verso un intervento innovativo e sostenibile che riesce ad arginare il fenomeno dello spopolamento proprio grazie alla partecipazione dei giovani per il rilancio dell’agricoltura e dell’agroalimentare». Economia circolare in stile sardo

Non a caso proprio le aziende più innovative, sostenibili e green sono state premiate dagli Oscar green. Tutte dedite alle produzioni locali ma anche attente a recuperare e riutilizzare, nell’ambito di un processo di economia circolare, anche i residui di lavorazione.

Poi c’è la tecnologia che in un’ottica di produzione, efficienza e risparmio delle risorse, diventa importante. Come capita ad Arborea dove un’azienda grazie alla tecnologia dei droni è riuscita a ridurre del 20% l’utilizzo dell’acqua e del 30% quello dei concimi oltre che dei fitofarmaci.

C’è chi, è il caso di Giulia Mura, imprenditrice di Cardedu, trasforma le olive e l’uva delle sue terre con macchinari a basso impatto ambientale, e oltre all’olio e vino produce anche paté e una linea cosmesi (creme per il corpo, shampoo e stick labbra). Gli scarti di lavorazione diventano biocombustibile naturale per riscaldare l’azienda e la propria casa di abitazione e si appresta a per trasformare le vinacce in biogas.

Fonte: Sole24Ore

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AUTORE: Redazione    –     DATA: 03 Settembre 2020

A Trieste, dal 2 al 6 settembre, si tiene ESOF 2020 la conferenza scientifica biennale dedicata all’innovazione e alla ricerca nota come EuroScience Open Forum (Esof). L’appuntamento, nato nel 2004, è giunto alla nona edizione: come per altri eventi, a causa di Covid-19, anche Esof ha dovuto ripensare le sue tempistiche (era previsto originariamente a luglio) e il programma stesso, al fine di includere nella discussione gli eventi degli ultimi mesi.

I temi che domineranno l’agenda del forum ESOF 2020 riguardano la pandemia e le sue implicazioni, ma anche il cambiamento climatico, impatto dell’intelligenza artificiale, economia verde, più numerose questioni più specialistiche, come il trasferimento tecnologico e la diplomazia scientifica. Esof 2020 sarà anche un evento dal vivo, ma, come annunciato a fine agosto, degli oltre 150 appuntamenti in programma, circa 70 saranno in modalità virtuale, altri 70 in un formato ibrido (ospiti e moderatori alternativamente in loco e da remoto) e una decina dal vivo in senso canonico.

La cerimonia di apertura dell’evento ESOF 2020, in diretta su YouTube a partire dalle 15:00, è gratis e aperta a tutti: molti ospiti di rilievo, comprese la virologa Ilaria Capua e la direttrice del Cern Fabiola Gianotti. Ecco i principali incontri da non perdere divisi per le singole giornate.

2 settembre

Alberto Mantovani, direttore scientifico Humanitas, è protagonista di un panel dal titolo Immunità, dal cancro al Covid-19: Sogni e sfide in programma alle 10:15. Il futuro della tecnologia al servizio della genetica Crispr è invece il fulcro dell’incontro Crispr: What’s Next, alle 12:00.

3 settembre

Per chi ama guardare anche al lato economico della ricerca, buoni spunti saranno offerti dall’evento che vede ospite Dame Ottoline Leyser, biologa e accademica di Cambridge, in un talk dal titolo Ricerca per il 21esimo secolo: come dovrebbero essere spesi i soldi pubblici?. Sono in molti a chiedersi invece cosa la pandemia ci sta insegnando su scienza, politica e sostenibilità: a offrire risposta, l’economista di fama Jeffrey Sachs, alle 16:15.

4 settembre

Affascina, sin dal titolo, l’appuntamento con il filosofo Telmo Pievani,  The Darwinian Lesson of Covid-19 (10:15). Alle 16:00, la scienziata (e senatrice a vita) Elena Cattaneo è protagonista dell’appuntamento Stories of Science, Stem Cells and Freedom. Il premio Nobel per la fisica 2017, Barry Barish è lo speaker di eccellenza dell’incontro dedicato alla ricerca inquiry-based, alle 17:00.

5 settembre

Alle 10:15 si parte con il tema caldo dei nostri tempi, con un panel a più voci dall’eloquente titolo Re-Thinking Vaccines. Tra le domande a cui si propone di rispondere il panel, quella sulla capacità della ricerca, in questo segmento, di rispondere ai reali bisogni di cittadini e sistema sanitario. Il premio Nobel per la chimica 2009 Ada Yonath affronterà invece il tema dei meccanismi della resistenza batterica e delle sfide della scienza per migliorare gli antibiotici esistenti.

6 settembre

Giornata conclusiva ma sempre all’insegna dei principali temi con cui si confronta la comunità della scienza e dell’innovazione: dalle nuove frontiere del quantum computing (8:30) all’impatto su scienza e società dei progressi dell’intelligenza artificiale (11:00).

Fonte: Wired

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